Il melone è da sempre uno dei frutti più amati dalle famiglie italiane.
Fonte naturale di energia grazie al suo contenuto di zuccheri naturali e al suo apporto di vitamine e sali minerali, il frutto viene riconosciuto come ottimo rinfrescante, diuretico e grande alleato contro i radicali liberi.
Qual è l’elemento segreto che rende il nostro un prodotto d’eccellenza internazionale?
Senza dubbio l’amore.
Il melone Top Melon è composto dal 90% d’acqua (come tutti gli altri) e dal 10% d’amore che da 25 anni riversiamo con cura su ogni singolo frutto.
Il legame con le nostre radici umbre ed i terreni fertili che caratterizzano la regione verde d’Italia, rendono ogni nostro prodotto unico nel gusto, nel profumo e nella qualità.
Tradizione & Gusto
l melone retato è da sempre il frutto più conosciuto e consumato in Italia.
Il profumo è travolgente – un intreccio di note forti e decise. Il sapore è tanto dolce da conquistare i palati di tutto il mondo.
Per consumare il prodotto nel momento massimo di maturazione è fondamentale saper tradurre i messaggi che la buccia a rete trasmette – le tonalità di verde delle striature indicano il grado di maturazione del frutto.
La polpa è arancio acceso dalla consistenza morbida e molto succosa, caratteristiche che rendono il melone retato altamente idratante.
Questa tipologia di melone è la più richiesta in assoluto.
Top Melon, per rispondere all’elevata domanda di mercato, ne produce 120.000 quintali l’anno, assicurando standard qualitativi elevati ed inconfondibili ai sensi.
La stagione del melone retato va da aprile ad ottobre, mesi in cui il clima ne permette la raccolta.
Componente della stessa famiglia del melone retato, il melone liscio si differenzia per le sue caratteristiche delicate che gli attribuiscono una qualità senza eguali.
Top Melon produce ogni anno circa 5.000 quintali di questo frutto delizioso.
Scopriamo le caratteristiche specifiche di questa deliziosa e ricercata tipologia:
Il suo profumo esotico ed il suo sapore aromatico rendono il melone liscio un ingrediente originale e molto apprezzato nella cucina gourmet di tutti i tempi.
La consistenza è morbida e dolce al palato, ogni morso assicura un’esplosiva carica di zuccheri naturali e vitamina B.
Il colore della buccia liscia è inconfondibile – sfumature che dal bianco raggiungono tonalità gialle nel momento della raccolta.
La stagione del melone liscio va da giugno a settembre.
Il sole in tavola
Arrivato in Italia dall’Egitto nel primo secolo d.C., il melone gialletto è diventato un frutto d’eccellenza presente sulle tavole di molti.
La forma prettamente ovoidale ed il colore giallo acceso della buccia lo rendono facilmente riconoscibile alla vista.
Dall’esterno, questa tipologia di melone, non emana un aroma caratteristico ma, una volta tagliato, la polpa chiara e succosa sprigiona un profumo inconfondibile.
Al profumo forte della polpa bianca si contrappone il delicato e dissetante gusto, marchio di garanzia della sua bontà.
La grandezza del frutto è molto variabile, può arrivare anche ad avere un peso di 3 kg, superando di gran lunga le dimensioni del melone “classico”.
La stagione del melone gialletto va da agosto ad ottobre, Top Melon ne produce una quantità di circa 3.000 quintali l’anno.
Nome commerciale d’uso: Meloni
Varietà botanica: Cucumis Melo
Zona di Origine: Italia
Melone, (Cucumis Melo), rampicante della famiglia delle zucche (Cucurbitaceae), coltivato per i suoi frutti commestibili.
La pianta del melone è originaria dei Paesi con clima caldo-temperato e le sue numerose varietà sono ampiamente coltivate in queste zone di tutto il mondo. Ci sono testimonianze della sua coltivazione nel delta del Nilo risalente a cinque secoli fa. Il melone sarebbe poi stato coltivato in Mesopotamia, in Grecia, e poi in Italia nel I secolo a.C. Saranno i Greci a designare diverse cucurbitacee a polpa dolce con il nome di pepon che deriva da peptein e che significa cucinare, come se il frutto fosse stato cotto dal sole. Da lì nasce il mêlopepôn, poi melopepo in latino, abbreviato in melone nella nostra lingua. Secondo Plinio il Vecchio, i meloni di quel tempo avevano le dimensioni di una mela cotogna e costituivano un piatto di lusso consumato solo dai ricchi romani.
Dal punto di vista botanico il melone è una pianta erbacea con lunghi fusti che sono provvisti di semplici viticci striscianti, o rampicanti a seconda delle varietà. Quattro tipi di varietà vengono coltivate principalmente nel nostro paese, melone retato, charentais, liscio e gialletto. È uno dei frutti più grandi, con un peso compreso tra 700 gr a 4 kg. La buccia varia per consistenza e colore (verde, gialla, arancione o addirittura bianca), così come la polpa (dal bianco giallastro all’arancio, passando per il verde).
Insieme all’anguria è uno dei frutti più appetitosi dell’estate. Il melone contiene di fatto molta acqua, circa l’95%. 100 g della sua polpa forniscono solo 35 calorie circa e 8 g di carboidrati.
Il melone contiene il 90% di acqua, l’8% di carboidrati, lo 0,8% di proteine e lo 0,2% di grassi, fornendo 34 kcal e provitamina A, carotene, beta-carotene per 100 grammi. Il melone fresco è una ricca fonte (20% o più del valore giornaliero o DV) di vitamina C (44% DV) e vitamina A (21% DV), con altri nutrienti in quantità minori.
Dal melone si traggono molteplici benefici salutistici, questo grazie ai costituenti quali:
Il melone si digerisce meglio se si mangia da solo. In ogni caso, non è consigliabile mangiarlo troppo freddo.
I semi del melone sono ricchi di benefici per la salute. Sono un’ottima fonte di proteine, vitamine (tiamina e niacina, vitamina B6 e acido pantotenico), minerali (magnesio, rame, zinco, ferro, potassio, fosforo e manganese) e acidi grassi.
Sebbene i minerali e le vitamine al loro interno possano sembrare bassi, sono ancora di gran lunga preferibili ad altri snack. Possiamo mangiare i semi direttamente insieme al frutto oppure da soli, magari dopo essiccatura. Tuttavia, la scarsa appetibilità , ci porta a suggerirvi di essiccarli al sole e di condirci l’insalata, magari dopo averli salati a piacere.
Come scegliere il melone
Scegliere il melone giusto non è un’operazione semplice. La verità è che ogni tipologia e ogni varietà hanno dei segni distintivi e specifici per una corretta individuazione dello stato di maturazione e quindi della bontà del frutto che andremo a mangiare.
Osservare se lungo il perimetro della base del picciolo ci sono delle piccole ma percettibili lesioni (simil-crepe o spaccature) e che il colore verde della buccia attorno a queste ultime non sia verde troppo intenso. Solitamente il melone deve profumare (fatta eccezione per alcune varietà), ma il quadro aromatico deve essere piacevole, tenue e continuo. Qualora sia eccessivo o peggio, tendente all’alcolico, potrebbe significare eccesso di maturazione e quindi scarsa conservabilità e gusto alterato. La polpa deve apparire compatta e di colorazione omogenea, con la parte dei semi facilmente distaccabile.
Come conservare il melone
Tutte le tipologie di melone si possono conservare al fresco o in frigorifero, evitando di metterlo a contatto con le pareti di quest’ultimo onde evitare eccessivi raffreddamenti su parti di polpa che potrebbero danneggiarla.
Come si prepara
Affettare il melone a metà e raccogliere i semi con un cucchiaio grande. Tagliare la buccia esterna a secondo della necessità. Mangialo così com’è o in insalata o accompagnato con prosciutto. É delizioso!
Poiché ai meloni piacciono le condizioni costantemente calde, il pacciame di plastica e le coperture delle file garantiranno raccolti precoci e rese migliori, specialmente in Regioni dove i ritorni di freddo possono verificarsi con maggior frequenza. Le coperture vanno rimosse quando le piante hanno raggiunto un’elevata vegetazione e per mettere alle api di impollinare i fiori.
Buona prassi, molto efficace per il mantenimento delle caratteristiche organolettiche e qualitative, è quella di prevedere un passaggio pre-refrigerante in cella ad una temperatura di 7 °C (± 2°C). Eccessivi tempi di esposizione a condizioni di calore dopo la raccolta, favoriscono l’accelerazione del metabolismo, alterano i parametri organolettici e riducono i tempi di conservazione. Sono da ritenersi migliorative condizioni per il raggiungimento della temperatura di regime nel minor tempo possibile e l’utilizzo di gas saturanti l’atmosfera in cella quali l’ozono.